Perché un blog che parla di statue

-Veramente un blog che parla solo ed esclusivamente di statue? Ma perché mai questa assurda follia?-

Ho sempre avuto uno strano rapporto con le statue.

Ho iniziato a sospettarlo alle elementari, quando mi capitava di restare interi minuti imbambolata a fissare i giganti di pietra.

Ho cominciato ad esserne più convinta a 18 anni in gita al museo nazionale di Atene quando ho quasi perso la mia classe perché ero rimasta indietro a fotografare ogni qualsivoglia scultura.

Ne ho avuto una vaga -e preoccupante- conferma in Croazia: non sono riuscita ad avvicinarmi alla sfinge di Zara, supplicando in lacrime il mio ragazzo di portarmi via, perché non potevo farcela, era troppo.
-Sì, lo so, è un po’ strano, da pazzi.- Eppure continuo ad essere attratta dalle rappresentazioni gigantesche di personaggi storici, figure mitologiche e mostri (i miei preferiti!) nonostante nello stesso tempo io ne sia terrorizzata.

Non so spiegarmi questo sentimento -sarà pura follia- e per provare a tenerlo a bada, ad esorcizzarlo forse, ho pensato di dare vita a questo blog che parla di statue.

Blog che parla di statue
Credits: A caccia di Stendhal

Sai che cos’è la sindrome di Stendhal?

Wikipedia la definisce così:

“La sindrome di Stendhal è un’affezione psicosomatica che provoca tachicardia, capogiri, vertigini, confusione e allucinazioni in soggetti messi al cospetto di opere d’arte di straordinaria bellezza.”

Si chiama così perché pare che il primo a darne una descrizione accurata è stato il signore cicciottello qui a fianco, lo scrittore francese Stendhal, che pare sia stato colto da questa sensazione a Firenze nella Basilica di Santa Croce.
Il mio obiettivo -folle- è di andare alla ricerca di statue che mi facciano provare queste sensazioni, che mi facciano sentire piccola piccola al cospetto delle meravigliose opere d’arte che esistono sparse per il mondo.
Voglio vederle con i miei occhi, scoprire perché sono state realizzate, perché proprio in quel posto, chi le ha scolpite, quali segreti nascondono, insomma voglio essere un vero e proprio Sherlock Holmes delle statue. Questo è il mio modo per collezionarle -mi sono resa conto che portarmele a casa e metterle in album come si fa con le figurine sarebbe stato un po’ complicato- per poi parlartene qui nel mio blog di statue, nella speranza di trovare -o forse di creare- altri malati di statue come me.

A caccia di Stendhal

Gli articoli del blog

Ogni articolo è strutturato in paragrafi, in modo da permetterti di leggere solo quello che ti va, saltando a piedi uniti le sezioni che non sono di tuo interesse.
Facciamo una prova:

DOVE: ti spiego dove si trova la statua e ti dico come arrivarci.

DESCRIZIONE: ti descrivo la scultura e ti racconto la storia del personaggio rappresentato.

STORIA: ti parlo delle circostanze che hanno portato alla realizzazione del monumento, rivelandoti anche i nomi di chi gli ha dato vita e di chi ha contribuito a realizzarlo –o a sabotarlo-.

CURIOSITÀ: fatti che c’entrano o non c’entrano con la statua, ma che potrebbero comunque incuriosirti.

MUSICA: per ogni statua ho voluto scegliere una canzone che la rappresenti, che potrebbe essere la colonna sonora ideale se la scultura fosse un film.

Ho chiamato questo progetto “A caccia di Stendhal”, perché –come ti ho già spiegato- l’obiettivo è di inseguire le sensazioni forti che un’opera d’arte può dare e perché la caccia con la fotocamera in mano è in assoluto l’unica che accetto e concepisco.

Vorrei solo chiarire un ultimo punto importante. Non sono una critica d’arte, non ho una laurea in storia dell’arte, sono semplicemente una viaggiatrice curiosa, amante delle statue che adora scrivere. Quindi per favore se tu invece sei un esperto perdonami se troverai qualche errore e sii così gentile da farmelo notare. La mia passione amatoriale ti ringrazia.

Per qualsiasi cosa scrivimi su:
[email protected]

© A Caccia di Stendhal

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