La scultura di “Madre e figlio” all’ombra del Castello di Aci

Sarà la dolcezza nei loro sguardi, sarà che nei miei ricordi di infanzia mia mamma aveva i capelli corti, sarà la posa disinvolta della donna, fin dal primo momento in cui l’ho vista la statua di “Madre e figlio” di Aci Castello mi ha trasmesso una forte tenerezza e un’idea di grande coraggio.

“Madre e figlio” in piazza Castello di Aci

Ci troviamo lungo la riviera dei Ciclopi, ancora una volta a ripercorrere le tappe del viaggio di Ulisse. Più nello specifico siamo ad Aci Castello, un piccolo comune della città metropolitana di Catania. Il fulcro attorno a cui nella storia si è sviluppata la civiltà del paese è il castello millenario di Aci. Come puoi vedere nella foto sottostante il castello sorge su una gigantesca rupe di roccia vulcanica formata da strati e strati di lava proveniente da numerosi eruzioni sottomarine.

Castello di Aci
Credits: gnuckx

Nella piazza antistante, Piazza Castello, su una panchina di ferro troviamo seduta una mamma con il suo bambino.

Una donna forte, sensuale e teneramente materna

Una mamma moderna, al passo con i tempi: è questa l’idea che dà la figura femminile della scultura “Madre e figlio” di Aci Castello. Porta i capelli corti. È vestita poco: la copre del tessuto sottile –potrebbe essere un copricostume visto il luogo in cui ci troviamo- che esalta le sue curve. Anche il modo in cui è seduta sulla panchina trasmette tutta la sicurezza e disinvoltura di una donna forte e coraggiosa: la gamba sinistra appoggiata sullo scalino più basso della panchina, su quello di mezzo la destra su cui se ne sta a cavalcioni il suo bambino -staranno giocando a cavalluccio?-. Il bimbo è girato verso di lei e la guarda amorevolmente. Lo sguardo del figlio è ricambiato dalla tenerezza della mamma, che lo sostiene con il braccio destro. Servono altri dettagli per descrivere l’intenso amore e la giocosa complicità tra i due?

Madre e figlio di Aci Castello

“Madre e figlio” di Aci Castello: terra e umanità

“Madre e figlio” sono stati realizzati nel 2002 da Antonio Santacroce, uno scultore, pittore, incisore, disegnatore nato a Rosolini in provincia di Siracusa nel 1945, ma che da tempo vive tra la sua amata Sicilia e la Svizzera. Nel 2019 in occasione dell’esposizione del calco in gesso di “Madre e figlio” nella Cappella Bonajuto di Catania ha dichiarato:

La madre rappresenta la terra, il bambino l’umanità ma la scultura è anche la rappresentazione simbolica della tradizione che, da madre a figlio, si rinnova in una sorta di circolo virtuoso. “

Antonio Santacroce
Madre e figlio di Aci Castello

Aci Castello: tra mitologia e verismo

Il giallo del castello di Aci

Giovanni Verga, celebre scrittore della corrente letteraria del verismo italiana, ha ambientato un suo racconto dai toni gialli “La storia del castello di Trezza” proprio attorno al castello di Aci. Non è di certo un’ambientazione insolita per Verga: i suoi protagonisti più famosi, i componenti della famiglia dei Malavoglia vivono ad Aci Trezza, frazione di Aci Castello.

La riviera dei Ciclopi

Te l’ho nominata all’inizio dell’articolo: la costa tra Aci Castello e Acireale è chiamata la riviera dei Ciclopi, perché si pensa che i luoghi che nell’Odissea Omero descrive abitati dai Ciclopi siano proprio questi. Per di più i faraglioni -che sono degli scogli rotondeggianti caratterizzati da pareti a picco- lungo la sponda di Aci Trezza sarebbero i massi scagliati dal ciclope Polifemo per cercare di fermare Ulisse e i suoi compagni in fuga.

Madre e figlio di Aci Castello

Pezzi di Aci sparsi attorno a Catania

C’è un’altra leggenda che alberga in questi luoghi: il mito di Aci e Galatea. Galatea era una bellissima ninfa del mare, perdutamente innamorata del giovane Aci. Ma -come in ogni racconto mitico che si rispetti- c’è un terzo incomodo, che non è niente di meno che… Polifemo! Galatea snobba l’amore che il gigante mono-occhio prova per lei. E lui per gelosia scaglia un masso -il potere segreto di Polifemo è lanciare massi evidentemente- su Aci, uccidendolo. Per pietà Giove e gli altri dei trasformano il sangue di Aci in un fiume, l’Akis, che prima che l’eruzione dell’Etna del 1169 lo facesse sparire bagnava proprio i paesi del catanese che contengono nel nome la parola Aci. Sempre secondo il mito Polifemo avrebbe poi dilaniato il corpo di Aci, lanciandone nove pezzi in corrispondenza dei nove paesi con prefisso Aci: Aci Castello, Aci Trezza, Acireale, Aci Catena, Aci San Filippo, Aci Sant’Antonio, Aci Platani, Aci Bonaccorsi e Aci Santa Lucia.

Amor de mi vida – Sottotono

Immaginiamo che il bambino cresca e dedichi delle parole a sua mamma. Probabilmente sarebbero simili a queste dei Sottotono:

Mai lascerò che qualcuno ci divida
e se al mio fianco ti avrò
accetterò ogni sfida
amor de mi vida
sei il mio angelo fammi da guida

Adoro il paragone fatto dallo stesso scultore tra Madre e Terra da un lato e figlio e umanità dall’altro. Mi dispiace solo che l’umanità si stia comportando da figliol prodigo nei confronti della madre. Tu che cosa ne pensi? Fammelo sapere nei commenti.

Stendhalizza il prossimo:
11/05/2020 Aci Castello Italia

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