A Genova la statua di Enea in bilico tra passato e futuro

statua Enea genova

In Liguria potresti imbatterti in una statua di un personaggio mitologico, che probabilmente non potrà darti retta: l’hai colto in un momento molto concitato. Si tratta della statua di Enea di Genova, che rappresenta il protagonista dell’Eneide che sta cercando di mettersi in salvo e di salvare non solo se stesso, ma tutta la sua famiglia.

[…] Enea che in spalla
un passato che crolla tenta invano
di porre in salvo
, e al rullo di un tamburo
ch’è uno schianto di mura, per la mano
ha ancora così gracile un futuro
da non reggersi ritto
.

Giorgio Caproni
statua Enea genova

La statua di Enea in una delle piazze più trafficate di Genova

Ci troviamo a Genova, nel bel mezzo della città, in Piazza Bandiera nel punto in cui meno che mai mi sarei aspettata di trovare un indiziato fatto su misura per uno dei miei articoli. Ero solo alla -disperata- ricerca di un parcheggio ed eccolo lì: uscito direttamente dal secondo libro dell’Eneide, circondato -adesso, non nell’Eneide- da automobili e smog -povero lui-.

Infanzia, giovinezza e vecchiaia in fuga verso un nuovo inizio

La statua di Enea di Genova se ne sta su un piedistallo cilindrico, appoggiato su una base ottagonale. Su quattro facce della base delle teste di leone gettano -o gettavano- acqua dalla bocca -io non ho avuto la fortuna di vedere la fontana attiva-. La fontana di Enea è anche detta barchile.

statua Enea genova

In cima si scorgono tre figure che appaiono intrecciate, quasi a formare un tutt’uno.

statua Enea genova

Il continuo via vai delle auto e l’altezza a cui è posto il complesso non rendono facile il riconoscimento dei tre personaggi. Eppure con un po’ di impegno ce la si fa: ci si rende conto che i tre individui sono personaggi mitologici che appartengono alla stessa famiglia, ma a tre generazioni diverse. Si tratta del giovane Enea con il suo anziano padre Anchise e il figlioletto Ascanio -Iulo per i congiunti– . Siamo stati fortunati e abbiamo beccato l’esatto momento in cui Enea caricandosi il padre sulle spalle e tirandosi dietro il bambino sta fuggendo da una Troia ormai perduta.

statua Enea genova

Ma andiamo con ordine e ripercorriamo i fatti appena avvenuti.

Enea nella mitologia greca

Enea è uno dei soldati troiani più valorosi, che partecipa alla difesa della città dalle forze achee -cioè greche- che assediano Troia da ormai dieci lunghi anni. Virgilio -poeta latino vissuto tra il 70 e il 19 a.C.- ha scritto un intero poema epico dedicato all’eroe troiano: l’Eneide. Ed è proprio nel II libro del poema che Enea stesso racconta alla corte di Cartagine gli ultimi disperati momenti che ha vissuto a Troia.

Grazie all’astuta trovata di Ulisse -il cavallo di Troia, che però in realtà è una nave- gli Achei erano riusciti a penetrare nella città e a metterla a ferro e fuoco. Enea dapprima cercò di difenderla, ma dopo aver visto morire il re troiano Priamo capì che non c’era più niente da fare. O meglio, rimaneva una sola cosa da fare: fuggire. Prese in spalla l’anziano padre Anchise e strinse il piccolo Iulo alla sua destra. Subito dietro lo seguiva la sua sposa Creusa.

[…] distendo sulle larghe spalle
e sul collo reclino una coperta, la pelle d’un fulvo leone.,
e mi sottopongo al peso; alla destra mi si stringe il piccolo
Iulo, e segue il padre con passi ineguali;
dietro vien la sposa.

Eneide, libro II, versi 721-725
Fuga di Enea da Troia – Federico Barocci

Creusa morirà poco dopo e sarà proprio il suo spettro a predire al giovane il suo glorioso futuro: vagherà per mari e terre straniere, finché non troverà casa -e una nuova sposa- in Italia -più precisamente nel Lazio-.

Il Palladio: la speranza di un nuovo inizio nelle mani di tre generazioni

Enea con il suo sguardo concentrato, Anchise in quella posa contorta che lo accompagna fin dalla giovinezza -nelle Curiosità ti spiego a cosa è dovuta- e Ascanio nelle sue fattezze da bambino poggiano una mano su un oggetto molto particolare.

statua Enea genova

Hanno perso tutto: la loro città è in fiamme, i loro concittadini per lo più morti, la moglie di Enea -nonché mamma di Iulo- uccisa dagli achei. L’unica speranza che hanno in questo mare di disperazione è di ricominciare una nuova vita in una nuova terra. Ed è qui che entra in gioco l’oggetto misterioso, che prende il nome di Palladio. Il Palladio è un simulacro fatto di legno -una statuetta insomma- che nell’antichità si credeva avesse il potere di difendere la città che lo custodiva. In questo caso i tre reggono il Palladio di Troia che verrà portato da Enea fino in Italia.

I discendenti di Enea fonderanno -nientepopo di meno che- la nostra attuale capitale e il simulacro un tempo appartenuto a Troia diventerà a tutti gli effetti il Palladio di Roma. Alcune monete dei tempi di Giulio Cesare confermano questa credenza mitologica: su una delle due facce è rappresentato Enea con il padre Anchise sulle spalle e con in mano proprio il Palladio!

Moneta dei tempi di Giulio Cesare che celebra il mito di Enea e del Palladio. Source: cgb

Chi ha scolpito la statua di Enea di Genova?

La statua di Enea di Genova è stata scolpita nel 1728 da Francesco Baratta, un allievo di Bernini. Non posso darti maggiori informazioni riguardo allo scultore per un semplice motivo: le informazioni che ho trovato sul suo conto sono estremamente contraddittorie. Secondo una versione Francesco Baratta -che chiameremo comodamente Francesco 1 sarebbe figlio di un certo Isidoro e sarebbe morto nel 1731, giusto in tempo per ultimare la scultura indiziata. Secondo un’altra versione –e parliamo di Francesco 2 sarebbe invece figlio di un certo Iacopo e sarebbe morto nel 1666. -Che abbia scolpito l’opera nell’oltretomba?-

Potrebbe trattarsi di semplice omonimia, ma quello che mi confonde è che entrambi vengono definiti allievi di Bernini, entrambi sono nati a Massa Carrara ed entrambi sono fratelli di un tale Giovanni. Teniamoci comunque per buono che sia stato Francesco 1 a dare vita al nostro Enea e attendiamo che qualche storico dell’arte legga questo articolo, si strappi tutti i capelli e mi contatti per darmi una bella lavata di capo su quale Francesco abbia lavorato per Genova.

La fontana di Enea a spasso per le piazze di Genova

Il monumento di Enea fu originariamente collocato in Piazza Soziglia. In seguito fu spostato in piazza Lavagna e dopo pochi decenni, nel 1844 venne traslocato in Piazza Fossatello.
Nel 1870 trovò la sua casa definitiva in Piazza Bandiera dove si trova tutt’ora. Durante la seconda guerra mondiale Piazza Bandiera fu pesantemente bombardata, ma per fortuna la statua è stata ritrovata quasi intatta fra le macerie della piazza.

Presagi, maestri e poeti a Genova attorno alla statua di Enea

Omen nomen ovvero il nome: un presagio

Anchise -il papà di Enea- non ha un nome casuale. Hai notato come se ne sta ricurvo sulle spalle di suo figlio? Ebbene quella non è una posa momentanea assunta a causa della scomodità della schiena di Enea. È stato condannato a un portamento ricurvo da Zeus in persona -o dovrei dire in dio-. Pare infatti che Anchise da giovane fosse particolarmente affascinante, tanto che neanche Afrodite -la dea della bellezza e dell’amore, Venere per i romani- riuscì a essere immune al suo fascino. Assumendo le sembianze di una principessa frigia la dea sedusse il giovane mortale -è proprio da questa unione che nascerà Enea-.

Anchise e Venere – Jean-Baptiste Paulin Guérin

Dopo aver fatto le loro cose, Afrodite intimò ad Anchise di non parlare a nessuno della loro unione, per non rischiare di incombere nelle ire di Zeus. Anchise però non resistette alla tentazione di vantarsene in una locanda e zac! Viene fulminato da Zeus! Scampa all’incenerimento solo grazie a Venere che gli si pone davanti, ma per lo spavento il ragazzo inarca la schiena e non riuscirà mai più a raddrizzarla.
E quindi, alla fine, cosa centra il nome di Anchise con tutta la storiella che ti ho raccontato? Il nome Anchise deriva dall’aggettivo greco ἄγκυλος che vuol dire curvo, storto. Quindi pare che Anchise fosse destinato fin dalla nascita ad essere punito per la sua spacconeria.

Anche il maestro

Bernini, di cui lo scultore Francesco Baratta era allievo, ha a sua volta realizzato lo stesso complesso Enea-Anchise-Ascanio attorno al 1619 otenenedo -com’è prevedibile- ben altro successo. L’Enea di Bernini è alloggiato nella Galleria Borghese a Roma -e non in mezzo a una piazza trafficatissima-.

Enea, Anchise e Ascanio – Gian Lorenzo Bernini

L’incontro tra Enea e il poeta Caproni

Giorgio Caproni, grande poeta del 900, ha descritto in una maniera inimitabile il suo incontro con la statua Enea a Genova e io quindi non posso far altro che prendere tutto il trafiletto e riportarlo qui di seguito.

“Io ho girato molte città d’Italia, ma Enea non l’ho conosciuto altrove. Perlomeno non ho incontrato l’unico Enea possibile, l’unico Enea veramente vivo nella sua solitudine e nella sua umanità. L’unico Enea insomma che meritava davvero un monumento in mezzo a una piazza, simbolo unico di tutta l’umanità moderna, in questo tempo in cui l’uomo è veramente solo sopra la terra con sulle spalle il peso d’una tradizione ch’egli tenta di sostenere mentre questa non lo sostiene più, e con per mano una speranza ancor troppo piccola e vacillante per potercisi appoggiare e che tuttavia egli deve portare a salvamento.”

Giorgio Caproni
genova statua enea
Giorgio Caproni

Caproni è rimasto così folgorato dalla conoscenza del giovane troiano da avergli dedicato anche una poesia intitolata “Il passaggio d’Enea”.

I versi che ho riportato all’inizio dell’articolo sono tratti proprio da questa opera. Caproni ha vissuto la seconda guerra mondiale e il fatto che un monumento come quello della famiglia di Enea sia stato collocato in una delle piazza più colpite dal conflitto riuscendo a resistere ai numerosi bombardamenti assunse per lui un grande significato simbolico: Enea non è soltanto l’eroe mitologico, è l’eroe del dopoguerra, è l’uomo comune che è sopravvissuto a un conflitto mondiale e che dopo il dramma deve riuscire a conciliare un passato che non sa più stare sulle proprie gambe e che pesa su di lui -il padre- con un futuro incerto e ancora troppo acerbo perché possa essere in grado di andare avanti da sé -il figlio-.

Il passaggio di Enea di Giorgio Caproni- Federico Federici

Invece di una canzone questa volta ti lascio la poesia “Il passaggio di Enea” recitata magistralmente da
Federico Federici -aggiungere in sottofondo il traffico di piazza Bandiera è stata un’idea geniale secondo me-. Guardando il video avrai anche modo di apprezzare la statua da diverse angolazioni.

Ti è piaciuta questa gita a Genova? Secondo te ho fatto bene a dedicare un articolo a questi tre personaggi -e a quello che rappresentano?.- Scrivimi nei commenti o su Instagram!

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