A 20 km da Lisbona sorge la pittoresca cittadina di Sintra, che per la bellezza dei suoi palazzi e monumenti è stata dichiarata dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità.
Non ti basterà una giornata intera per ammirare tutto ciò che Sintra offre al visitatore. Se poi avrai l’idea -geniale- di girarla l’affollatissimo giorno di Ferragosto come ho fatto io, non te ne basteranno tre di giornate.
L’indiziato di questo articolo si nasconde in uno dei monumenti arroccati sulle colline di Sintra: Il Palazzo da Pena.
Il Palazzo da Pena di Sintra
Il Palácio Nacional da Pena sorge a circa 30 km da Lisbona e a una decina di chilometri dal centro abitato di Sintra.
Per arrivare a Sintra da Lisbona puoi prendere comodamente uno dei frequentissimi treni che collega le due città: partendo dalla stazione Rossio di Lisbona in 40 minuti giungerai a destinazione.
Una volta arrivato nella stazione ferroviaria di Sintra, non ti resterà che salire a bordo dell’autobus turistico 434, che porta sia al Palazzo da Pena, sia al Castello dei Mori.
Ti consiglio di escludere la possibilità di utilizzare l’auto: le strade che portano in cima alla collina dove si trova il palazzo sono strette e tortuose. Inoltre la ricerca di un parcheggio potrà trasformarsi in una vera e propria -e stressante- Odissea!
Dal giardino alle mura del palazzo
Il palazzo, anche definito castello, è uno delle più importanti costruzioni del Romanticismo portoghese e fa parte delle 7 meraviglie del Portogallo.
Mentre percorrerai le vie in salita in autobus, macchina, piedi, canoa -o in qualsiasi mezzo tu abbia deciso di prendere- riuscirai a riconoscere già da molto lontano i suoi colori vivaci che spiccano fra il verde degli arbusti.
Il primo incontro ravvicinato che avrai una volta acquistato il biglietto di ingresso, sarà con i giardini del palazzo. Solo dopo che avrai incontrato piante tropicali, camelie, rododendri, gigantesche felci e laghetti, arriverai finalmente alle mura del Palazzo.
Qualsiasi strada deciderai di prendere nell’aggroviglio di possibilità che le terrazze del castello offrono, ti ritroverai ad un certo punto sotto l’Arco del Tritone -della serie “Tutte le strade portano al Tritone”-.
Alzerai la testa e, incontrando gli occhi di questa particolare creatura, ti sentirai probabilmente come è capitato anche a me affascinato e nello stesso tempo disgustato.
Un essere ripugnante -a volte chiamato tritone, altre mostro marino, altre ancora gargoyle- ti starà fissando con il suo sguardo profondo e il suo broncio sul volto deforme. E’ il sorvegliante dell’arco, quindi rientra perfettamente nei suoi compiti metterti in soggezione rivolgendoti quella sua espressione indagatrice.
Il meraviglioso e orripilante ragazzotto in questione è mezzo uomo e mezzo pesce: la testa, il busto e le braccia sono palesemente quelli di un uomo, mentre le gambe terminano in pinne ricoperte di squame; se lo osserverai con attenzione noterai che la barba e i capelli ricordano più dei tentacoli che della peluria.
Come il mostro marino, anche tutto quello che lo circonda è diviso fra regno terrestre e regno marino.
Dalla testa del tritone cresce un albero che si allunga verso l’alto e si espande in viti con foglie e grappoli d’uva, che ricoprono la finestra ad arco. Lateralmente l’arbusto termina in due rami che il tritone impugna saldamente con le sue possenti mani umane.
Tutto ciò che invece sta al di sotto del tritone è acquatico: lui stesso si erge al di sopra di una conchiglia. Ai suoi lati altre due conchiglie adornano la volta e sotto di lui l’intero arco che è stato incaricato di presidiare è decorato da coralli e piccole conchiglie.
Perché un tritone?
La scelta di collocare un Tritone a guardia della facciata principale del Palazzo da Pena è da ricercarsi nelle dinamiche della costruzione del palazzo stesso.
La costruzione del Palazzo da Pena
Nel 1755 il violento terremoto di Lisbona rase al suolo il monastero che sorgeva a Sintra al posto del castello. Nel 1838 l’allora re Ferdinando II decise di acquistare il terreno con le rovine del monastero per costruirvi un palazzo da poter utilizzare come -umile- residenza estiva.
Il progetto venne affidato all’ingegnere tedesco Wilhelm Ludwig von Eschwege, noto per la sua esperienza di grande viaggiatore e di perfetto conoscitore dei castelli collocati lungo le sponde del Reno.
Re Ferdinando aveva l’abitudine di intervenire frequentemente nella progettazione e costruzione del castello -il tipico cliente rompipalle insomma- proponendo di inglobare nell’architettura del castello archi a volta, elementi decorativi medievali e islamici e componenti appartenenti alla tradizione portoghese. Ed ecco nascere l’arco del Tritone.
L’ispirazione dalla letteratura portoghese
Il Tritone pare infatti essere uscito direttamente -a nuoto- da due importanti opere letterarie portoghesi, molto amate da Ferdinando .
La prima è un testo in latino del 1554 di Damião de Góis, in cui l’autore descrive Lisbona la sua città natale e i dintorni. In questa opera egli fa riferimento a un grotta di Colares, nei pressi della Serra de Sintra e scrive così:
“La grotta inghiotte le onde che penetrano all’interno e si scontrano in una confusione di acqua e schiuma, e di nuovo le vomita con grande rumore. E’ lì che la nostra gente pensa che sia stato visto una volta un Tritone suonare la sua conchiglia.”
Damião de Góis
(tradotto liberamente in italiano dal latino e dal portoghese -in altre parole: tradotto da me-)
La seconda presunta fonte sarebbe invece l’opera Os Lusíadas di Luís de Camões, principale poeta della tradizione letteraria portoghese -potremmo definirlo un quasi Omero per i portoghesi-.
Nel canto VI egli fa riferimento a Tritone, figlio di Nettuno e della dea marina Salacia, in questo modo:
“È questi un giovin nume […]
D’erbe palustri e di verdi alghe avvolto,
“Os Lusíadas” – Luís de Camões
Il crine e pel di mento irsuto e nero
Sovra il seno, per gli omeri e sul volto
A lui si sparge, e il rende ispido e fero”
(dal testo tradotto da Antonio Nervi)
Il nome dell’arco e altri posti interessanti
Tritone, creatore del mondo
Secondo alcuni studiosi, l’arco del tritone ha in realtà un vero e proprio nome di battesimo, legato al suo significato. La volta dovrebbe infatti chiamarsi “L’allegoria della creazione del mondo”, poiché gli elementi che circondano il mostro mitologico sarebbero intesi come simboli di vita e di creazione.
Le stanze del palazzo
Anche gli interni del palazzo sono visitabili: ricordati però di decidere che cosa vuoi vedere prima di acquistare il biglietto.
La Quinta da Regaleria
Un altro luogo delle colline di Sintra che vale assolutamente la tua visita è la Quinta da Regaleira una tenuta di quattro ettari in cui potrai imbatterti in labirinti, pozzi dalle forme strambe, statue, tempi, grotte, laghi, percorsi intricati, torri, ispirati all’esoterismo, alla mitologia, all’alchimia. Ti basteranno pochi minuti per accorgerti di essere finito in uno dei luoghi più singolari e stregati che tu abbia mai visitato.
“Nebbie” – Folkstone
Non ti nascondo che sono stata molto indecisa su quale canzone scegliere per questo mostriciattolo. Alla fine ho scelto questa:
“Se i miei cupi silenzi capir non puoi
sul mio viso un sorriso s’ accende
ma è ironica follia
non parlar
se del mio profondo non sai”
Il vocione di Lorenzo Marchesi me lo immagino proprio come il timbro perfetto per il tritone!
Non esitare quindi a visitare il Palazzo da Pena se capiti a Sintra o dalle parti di Lisbona. E non limitarti a una visita frettolosa e superficiale: se sarai abbastanza curioso troverai oltre al tritone altri inaspettati ospiti a sorprenderti!
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